In una società in continuo mutamento, in cui l’essere umano esperisce l’ambiente circostante in vari modi e con vari mezzi, si fa spazio il concetto di multimodalità, quale naturale molteplicità senso-percettiva con cui l’uomo interagisce ed interpreta il contesto in cui vive. L’incessante sviluppo di tecnologie che offrono opportunità immersive all’utente, come la realtà virtuale e la realtà aumentata, favoriscono una sperimentazione percettiva ancor più coinvolgente e personalizzata. Allo stesso tempo, le nuove tecnologie non sempre offrono a tutti le stesse possibilità esperienziali, necessitando di ulteriori rivisitazioni necessarie per renderle accessibili ed utilizzabili da tutti. Difatti, il porre attenzione ai bisogni del singolo, tenendo in considerazione le molteplici modalità con cui egli percepisce ed esperisce lo spazio circostante, può rappresentare uno spunto di riflessione su cui la modernità necessita di far chiarezza e concentrare la propria azione inclusiva, in ottica del Universal Design. L’intento del presente articolo è quello di affrontare il tema della multimodalità percettiva con un focus sull’utilizzo dell’udito come principale veicolo conoscitivo dell’ambiente circostante nei soggetti con cecità. Attraverso la testimonianza diretta di uno degli autori del contributo, nelle vesti di chi vive in prima persona l’esperienza percettiva mediante canali sensoriali differenti in quanto cieco dalla nascita, ci si concentrerà sull’utilizzo dell’audio spaziale come mezzo fondamentale per cogliere sfumature spesso impercettibili a chi ha la possibilità di vedere.

Esplorare l’ambiente con l’audio spaziale: una nuova opportunità per chi non vede

Giovanni Arduini
;
2024-01-01

Abstract

In una società in continuo mutamento, in cui l’essere umano esperisce l’ambiente circostante in vari modi e con vari mezzi, si fa spazio il concetto di multimodalità, quale naturale molteplicità senso-percettiva con cui l’uomo interagisce ed interpreta il contesto in cui vive. L’incessante sviluppo di tecnologie che offrono opportunità immersive all’utente, come la realtà virtuale e la realtà aumentata, favoriscono una sperimentazione percettiva ancor più coinvolgente e personalizzata. Allo stesso tempo, le nuove tecnologie non sempre offrono a tutti le stesse possibilità esperienziali, necessitando di ulteriori rivisitazioni necessarie per renderle accessibili ed utilizzabili da tutti. Difatti, il porre attenzione ai bisogni del singolo, tenendo in considerazione le molteplici modalità con cui egli percepisce ed esperisce lo spazio circostante, può rappresentare uno spunto di riflessione su cui la modernità necessita di far chiarezza e concentrare la propria azione inclusiva, in ottica del Universal Design. L’intento del presente articolo è quello di affrontare il tema della multimodalità percettiva con un focus sull’utilizzo dell’udito come principale veicolo conoscitivo dell’ambiente circostante nei soggetti con cecità. Attraverso la testimonianza diretta di uno degli autori del contributo, nelle vesti di chi vive in prima persona l’esperienza percettiva mediante canali sensoriali differenti in quanto cieco dalla nascita, ci si concentrerà sull’utilizzo dell’audio spaziale come mezzo fondamentale per cogliere sfumature spesso impercettibili a chi ha la possibilità di vedere.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
6.Arduini_Spaziani_con_frontespizio.pdf

accesso aperto

Descrizione: Articolo
Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Creative commons
Dimensione 1.47 MB
Formato Adobe PDF
1.47 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11580/107823
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
social impact