Dopo una vita intera dedicata alla restaurazione della filosofia platonica, nel 1497 Marsilio Ficino, attraverso i torchi di Aldo Manuzio, faceva conoscere all’Occidente in traduzione latina quei testi di Porfirio, Giamblico, Proclo e Sinesio, con i quali aveva costruito, insieme con l’'Asclepius' e altri scritti della tradizione ermetica, le fondamenta teoriche del 'De vita coelitus comparanda'. Nel medesimo anno, nella Firenze sconvolta dalla vicenda savonaroliana cominciò a stendere un commento alle Lettere di Paolo, che lasciò interrotto al V capitolo dell’Epistola ai Romani. Il volume propone la prima edizione critica dell'opera, ne studia le fonti e il metodo esegetico, portando alla luce l’ardito tentativo da parte di Ficino di coniugare spiritualità di impronta neoplatonico-ermetica con uno dei testi fondativi della teologia cristiana. Nello stesso tempo il lavoro di edizione ha consentito di rivelare un tassello sconosciuto della storia della filologia neotestamentaria quattrocentesca, e di restituire a Ficino un ruolo non marginale in quel processo di rinnovamento dello studio del testo della Scrittura che tra Quattro e Cinquecento trovò in Lorenzo Valla e Erasmo da Rotterdam i suoi massimi esponenti.
Marsilii Ficini Florentini Commentarium in Epistolas Pauli
Daniele Conti
2018-01-01
Abstract
Dopo una vita intera dedicata alla restaurazione della filosofia platonica, nel 1497 Marsilio Ficino, attraverso i torchi di Aldo Manuzio, faceva conoscere all’Occidente in traduzione latina quei testi di Porfirio, Giamblico, Proclo e Sinesio, con i quali aveva costruito, insieme con l’'Asclepius' e altri scritti della tradizione ermetica, le fondamenta teoriche del 'De vita coelitus comparanda'. Nel medesimo anno, nella Firenze sconvolta dalla vicenda savonaroliana cominciò a stendere un commento alle Lettere di Paolo, che lasciò interrotto al V capitolo dell’Epistola ai Romani. Il volume propone la prima edizione critica dell'opera, ne studia le fonti e il metodo esegetico, portando alla luce l’ardito tentativo da parte di Ficino di coniugare spiritualità di impronta neoplatonico-ermetica con uno dei testi fondativi della teologia cristiana. Nello stesso tempo il lavoro di edizione ha consentito di rivelare un tassello sconosciuto della storia della filologia neotestamentaria quattrocentesca, e di restituire a Ficino un ruolo non marginale in quel processo di rinnovamento dello studio del testo della Scrittura che tra Quattro e Cinquecento trovò in Lorenzo Valla e Erasmo da Rotterdam i suoi massimi esponenti.File | Dimensione | Formato | |
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Conti D. (a cura di), M. Ficini Commentarium in Epistolas Pauli Torino 2018_compressed.pdf
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