Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Abbazia di Montecassino fu tra i luoghi considerati sicuri e adatti a preservare parte del patrimonio italiano dalle razzie tedesche e dai danni dovuti al conflitto. Per questo motivo vi furono trasferite raccolte d’arte di grande valore: il Medagliere di Siracusa, la collezione del Museo Keats di Roma, la raccolta di stampe di Umberto II di Savoia, il Tesoro di San Gennaro di Napoli, sculture e reperti di Ercolano e Pompei del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e importanti dipinti della Galleria Nazionale di Capodimonte e della Mostra d’Oltremare del 1941. Quando, nell’ottobre 1943, questa certezza si rivelò falsa perché anche l’Abbazia si trovò al centro degli eventi bellici, la comunità benedettina dovette preoccuparsi di mettere in salvo non solo i propri beni artistici e culturali ma anche le altre raccolte che le erano state affidate, rendendo uno straordinario servizio alla cultura europea e mondiale. Il contributo, in continuità con un filone di ricerca avviato da oltre un decennio, intende focalizzare l’attenzione su un patrimonio artistico dal forte valore identitario, seguendo le vicende di opere salvate, in fuga e disperse, nell’ottica di utilizzare questo emblematico caso per approfondire il tema della salvaguardia dei beni culturali italiani durante la Seconda guerra mondiale.

Arte in fuga, salvata e perduta a Montecassino durante la Seconda guerra mondiale

Ivana Bruno
2023-01-01

Abstract

Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Abbazia di Montecassino fu tra i luoghi considerati sicuri e adatti a preservare parte del patrimonio italiano dalle razzie tedesche e dai danni dovuti al conflitto. Per questo motivo vi furono trasferite raccolte d’arte di grande valore: il Medagliere di Siracusa, la collezione del Museo Keats di Roma, la raccolta di stampe di Umberto II di Savoia, il Tesoro di San Gennaro di Napoli, sculture e reperti di Ercolano e Pompei del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e importanti dipinti della Galleria Nazionale di Capodimonte e della Mostra d’Oltremare del 1941. Quando, nell’ottobre 1943, questa certezza si rivelò falsa perché anche l’Abbazia si trovò al centro degli eventi bellici, la comunità benedettina dovette preoccuparsi di mettere in salvo non solo i propri beni artistici e culturali ma anche le altre raccolte che le erano state affidate, rendendo uno straordinario servizio alla cultura europea e mondiale. Il contributo, in continuità con un filone di ricerca avviato da oltre un decennio, intende focalizzare l’attenzione su un patrimonio artistico dal forte valore identitario, seguendo le vicende di opere salvate, in fuga e disperse, nell’ottica di utilizzare questo emblematico caso per approfondire il tema della salvaguardia dei beni culturali italiani durante la Seconda guerra mondiale.
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