Il saggio analizza l’autonomia responsabile quale segmento del più complesso rapporto tra politica e amministrazione, tenuto conto delle riforme degli anni novanta di contrattualizzazione del lavoro pubblico da una parte e di spostamento del baricentro, istituzionale e amministrativo, dal centro verso le autonomie territoriali, accompagnando la declinazione efficientistica del buon andamento, ai principi di autonomia, decentramento e sussidiarietà. Ne deriva una riflessione sul quadro normativo multilivello e sulle dinamiche applicative dello stesso che tenta di verificare: i) la coerenza, con la distinzione politica-amministrazione, di un modello fiduciariamente oggettivo tra dirigenza apicale e vertice politico; ii) le possibili crepe nel modello di autonomia dirigenziale in riferimento al conferimento degli incarichi dirigenziali (generali e di base) con particolare al fattore tempo; iii) l’importanza della trasparenza e del c.d. interpello; iv) il collegamento tra valutazione dalle performances e responsabilità dirigenziale, evidenziando una menomazione del modello già in fase legislativa, da cui le conseguenti distorsioni, normative e applicative anche per l’applicazione della responsabilità manageriale pubblica (ex art. 21, d.lgs. n. 165/2001), che sembra aver assunto un ruolo marginale nel nostro sistema in questi trent’anni.

Autonomia responsabile. Trent’anni dopo Osservazioni su alcune linee di tendenza dal d.lgs. n. 29 del 1993 a oggi

Daniela Bolognino
2023-01-01

Abstract

Il saggio analizza l’autonomia responsabile quale segmento del più complesso rapporto tra politica e amministrazione, tenuto conto delle riforme degli anni novanta di contrattualizzazione del lavoro pubblico da una parte e di spostamento del baricentro, istituzionale e amministrativo, dal centro verso le autonomie territoriali, accompagnando la declinazione efficientistica del buon andamento, ai principi di autonomia, decentramento e sussidiarietà. Ne deriva una riflessione sul quadro normativo multilivello e sulle dinamiche applicative dello stesso che tenta di verificare: i) la coerenza, con la distinzione politica-amministrazione, di un modello fiduciariamente oggettivo tra dirigenza apicale e vertice politico; ii) le possibili crepe nel modello di autonomia dirigenziale in riferimento al conferimento degli incarichi dirigenziali (generali e di base) con particolare al fattore tempo; iii) l’importanza della trasparenza e del c.d. interpello; iv) il collegamento tra valutazione dalle performances e responsabilità dirigenziale, evidenziando una menomazione del modello già in fase legislativa, da cui le conseguenti distorsioni, normative e applicative anche per l’applicazione della responsabilità manageriale pubblica (ex art. 21, d.lgs. n. 165/2001), che sembra aver assunto un ruolo marginale nel nostro sistema in questi trent’anni.
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