I primi due paragrafi di questo articolo documentano il fatto che Kant disseminò, lungo tutto l’arco della sua produzione scritta, cauti ma chiari riferimenti alla questione - allora emergente - della fissità o modificabilità delle specie, prendendo posizione, pur tra oscillazioni e ambiguità che studi recenti hanno evidenziato (Wilson 2005; Zammito 2012; Gambarotto, Nahas 2022), a favore dell’idea di un’origine comune di tutti i viventi e dell’ipotesi dell’origine animale dell’uomo. Il terzo paragrafo propone alcune riflessioni sulla tensione tra metodo trascendentale e approccio storico-genealogico che attraversa gli scritti antropologici kantiani. Secondo il primo, infatti, il modo in cui le forme basilari del conoscere umano sono organizzate è totalmente indipendente dall’esperienza, dalla preistoria e dalla storia dell’uomo. Per il secondo, invece, tali forme si sono evolute proprio attraverso il confronto dei gruppi umani con le difficoltà e opportunità che i loro ambienti di vita presentavano. Tale tensione, che non sembra trovare piena conciliazione teoretica negli scritti kantiani, ha dato spunto, nei secoli successivi, a numerosi tentativi di rendere comprensibile il nesso tra storia naturale e forme del conoscere attraverso una reinterpretazione in chiave storico-genealogica dell’apriorismo teoretico e del finalismo metodologico kantiani. Gli ultimi tre paragrafi ricostruiscono sinteticamente alcuni sviluppi di tre tematiche di matrice kantiana nella biologia evoluzionistica del Novecento e nell’evo-devo biology contemporanea: a. la questione: come ripensare in termini fisiologici e genealogici, storico-culturali e biografici la distinzione kantiana tra a priori e a posteriori, dopo la scoperta dell’eredità genetica ed epigenetica? b. la questione dell’uso «regolativo» del modello teleologico kantiano in biologia evolutiva; c. la questione delle funzioni che il concetto kantiano dell’organismo come «essere organizzato e che si organizza da sé» può svolgere nell’attuale biologia evo-devo.

«Trascendentalismo» e «trasformismo». Eredità kantiane nella biologia evoluzionistica di ieri e di oggi

Marco Celentano
2024-01-01

Abstract

I primi due paragrafi di questo articolo documentano il fatto che Kant disseminò, lungo tutto l’arco della sua produzione scritta, cauti ma chiari riferimenti alla questione - allora emergente - della fissità o modificabilità delle specie, prendendo posizione, pur tra oscillazioni e ambiguità che studi recenti hanno evidenziato (Wilson 2005; Zammito 2012; Gambarotto, Nahas 2022), a favore dell’idea di un’origine comune di tutti i viventi e dell’ipotesi dell’origine animale dell’uomo. Il terzo paragrafo propone alcune riflessioni sulla tensione tra metodo trascendentale e approccio storico-genealogico che attraversa gli scritti antropologici kantiani. Secondo il primo, infatti, il modo in cui le forme basilari del conoscere umano sono organizzate è totalmente indipendente dall’esperienza, dalla preistoria e dalla storia dell’uomo. Per il secondo, invece, tali forme si sono evolute proprio attraverso il confronto dei gruppi umani con le difficoltà e opportunità che i loro ambienti di vita presentavano. Tale tensione, che non sembra trovare piena conciliazione teoretica negli scritti kantiani, ha dato spunto, nei secoli successivi, a numerosi tentativi di rendere comprensibile il nesso tra storia naturale e forme del conoscere attraverso una reinterpretazione in chiave storico-genealogica dell’apriorismo teoretico e del finalismo metodologico kantiani. Gli ultimi tre paragrafi ricostruiscono sinteticamente alcuni sviluppi di tre tematiche di matrice kantiana nella biologia evoluzionistica del Novecento e nell’evo-devo biology contemporanea: a. la questione: come ripensare in termini fisiologici e genealogici, storico-culturali e biografici la distinzione kantiana tra a priori e a posteriori, dopo la scoperta dell’eredità genetica ed epigenetica? b. la questione dell’uso «regolativo» del modello teleologico kantiano in biologia evolutiva; c. la questione delle funzioni che il concetto kantiano dell’organismo come «essere organizzato e che si organizza da sé» può svolgere nell’attuale biologia evo-devo.
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