L’eco-genotossicologia è stata definita da Shugart e Theodorakis (1994) come lo studio delle interazioni tra il materiale genetico e gli agenti di origine antropica che lo danneggiano, in relazione ai successivi effetti sulla salute degli organismi. Gli studi di ecotossicologia non possono quindi prescindere da quelli di genotossicologia. Quest’ultima studia gli effetti genotossici mediante l’uso di biomarcatori che identificano l’induzione di danno al DNA. I biomarcatori, a loro volta, costituiscono degli specifici parametri di misurazione che permettono di quantificare l’esposizione e le conseguenze in termini di effetti genetici. Inoltre, tra i biomarcatori possiamo distinguere quelli di esposizione, cioè una sostanza esogena rilevata in un compartimento dell’organismo che identifica e quantifica l’esposizione a genotossici, e quelli di effetto che rappresentano la conseguenza dell’esposizione, possono spaziare da alterazioni a livello di un bersaglio critico a cambiamenti tardivi progressivi e valutano la risposta biologica (Migliore, 2004). Il Comet Assay e il saggio del micronucleo (MN test) rappresentano i più rilevanti biomarcatori di effetto. Il primo quantifica il danno primario al DNA, in termini di rotture a singola e doppia elica, e la sua cinetica di riparazione.

Ruolo dei saggi di eco-genotossicità per la protezione dell’ambiente e della salute umana

Patrizia Papetti;
2020-01-01

Abstract

L’eco-genotossicologia è stata definita da Shugart e Theodorakis (1994) come lo studio delle interazioni tra il materiale genetico e gli agenti di origine antropica che lo danneggiano, in relazione ai successivi effetti sulla salute degli organismi. Gli studi di ecotossicologia non possono quindi prescindere da quelli di genotossicologia. Quest’ultima studia gli effetti genotossici mediante l’uso di biomarcatori che identificano l’induzione di danno al DNA. I biomarcatori, a loro volta, costituiscono degli specifici parametri di misurazione che permettono di quantificare l’esposizione e le conseguenze in termini di effetti genetici. Inoltre, tra i biomarcatori possiamo distinguere quelli di esposizione, cioè una sostanza esogena rilevata in un compartimento dell’organismo che identifica e quantifica l’esposizione a genotossici, e quelli di effetto che rappresentano la conseguenza dell’esposizione, possono spaziare da alterazioni a livello di un bersaglio critico a cambiamenti tardivi progressivi e valutano la risposta biologica (Migliore, 2004). Il Comet Assay e il saggio del micronucleo (MN test) rappresentano i più rilevanti biomarcatori di effetto. Il primo quantifica il danno primario al DNA, in termini di rotture a singola e doppia elica, e la sua cinetica di riparazione.
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Rapporti Istisan 20-6 (Ecotossicologia e salute approcci metodologici) Meschini et al 2020 (1).pdf

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