Il volume ripercorre l'intera storia del Teatro Massimo, opera di Giovan Battista Filippo Basile (1825-1891), completata poi dal figlio Ernesto (1857-1932): dal concorso internazionale bandito nel 1864, al complesso e lungo cantiere che dal 1875 al 1891 segnò la città, dalle pitture decorative all'apertura e al susseguirsi delle stagioni musicali. In questo ambito il contributo prende in esame l'opera di decorazione delle sale che vide coinvolto un gruppo di artisti di primo piano. Mettendo in luce nuovi documenti dell’Archivio Comunale di Palermo focalizza l’attenzione sui protagonisti da Ettore De Maria Bergler a Rocco Lentini, da Francesco Padovano a Giuseppe Enea, i quali guidati da Ernesto Basile si fecero interpreti del programma iconografico del teatro, che secondo il volere del progettista, il padre Giovan Battista Basile, “vuolsi massimo per una grande città”. Il repertorio ornamentale spazia dallo stile pompeiano – tangibile in modo particolare nel salone dei pubblici ridotti, una delle grandi rotonde laterali al primo piano e nel Caffè del Teatro recentemente riaperto al pubblico – allo stile floreale e al linguaggio liberty, che caratterizza invece la decorazione della Sala degli Spettacoli, al revival normanno al quale si ispira il soggetto dello scenografico sipario dipinto da Giuseppe Sciuti . Ernesto Basile, assecondando le capacità professionali e le peculiarità espressive degli artisti coinvolti, formò una vera e propria squadra che lavorò sempre a stretto contatto con l’architetto per realizzare uno dei monumenti palermitani più importanti che si impose ben presto sullo scenario internazionale. Il cantiere del Teatro Massimo fu anche l’occasione per legare Basile a quel gruppo di pittori e scultori palermitani in un sodalizio davvero unico nel contesto italiano della fine dell’Ottocento. A loro si devono anche le decorazioni degli interni di ville e palazzi palermitani realizzate, già durante i lavori per il teatro, con la direzione dello stesso Ernesto Basile, che divenne il regista dei più suggestivi ambienti liberty.

Le pitture decorative

Ivana Bruno
2018-01-01

Abstract

Il volume ripercorre l'intera storia del Teatro Massimo, opera di Giovan Battista Filippo Basile (1825-1891), completata poi dal figlio Ernesto (1857-1932): dal concorso internazionale bandito nel 1864, al complesso e lungo cantiere che dal 1875 al 1891 segnò la città, dalle pitture decorative all'apertura e al susseguirsi delle stagioni musicali. In questo ambito il contributo prende in esame l'opera di decorazione delle sale che vide coinvolto un gruppo di artisti di primo piano. Mettendo in luce nuovi documenti dell’Archivio Comunale di Palermo focalizza l’attenzione sui protagonisti da Ettore De Maria Bergler a Rocco Lentini, da Francesco Padovano a Giuseppe Enea, i quali guidati da Ernesto Basile si fecero interpreti del programma iconografico del teatro, che secondo il volere del progettista, il padre Giovan Battista Basile, “vuolsi massimo per una grande città”. Il repertorio ornamentale spazia dallo stile pompeiano – tangibile in modo particolare nel salone dei pubblici ridotti, una delle grandi rotonde laterali al primo piano e nel Caffè del Teatro recentemente riaperto al pubblico – allo stile floreale e al linguaggio liberty, che caratterizza invece la decorazione della Sala degli Spettacoli, al revival normanno al quale si ispira il soggetto dello scenografico sipario dipinto da Giuseppe Sciuti . Ernesto Basile, assecondando le capacità professionali e le peculiarità espressive degli artisti coinvolti, formò una vera e propria squadra che lavorò sempre a stretto contatto con l’architetto per realizzare uno dei monumenti palermitani più importanti che si impose ben presto sullo scenario internazionale. Il cantiere del Teatro Massimo fu anche l’occasione per legare Basile a quel gruppo di pittori e scultori palermitani in un sodalizio davvero unico nel contesto italiano della fine dell’Ottocento. A loro si devono anche le decorazioni degli interni di ville e palazzi palermitani realizzate, già durante i lavori per il teatro, con la direzione dello stesso Ernesto Basile, che divenne il regista dei più suggestivi ambienti liberty.
2018
978-88-98546-76-3
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