Il poema ritmico latino di Ansello Scolastico e il testo in prosa che raccontano il sogno dell’abate Oddone di Auxerre (1032-1052) testimoniano un momento importante della religiosità cluniacense, al suo culmine proprio negli anni in cui la visione fu scritta, e costituiscono un repertorio tematico prezioso per i testi visionarî dei secoli successivi e forse anche per la Divina Commedia di Dante Alighieri. L’opera di Ansello e l’anonimo racconto in prosa tuttavia non sono mai stati fatti oggetto di studî approfonditi e e non sono reperibili in edizioni affidabili o redatte con criterî scientifici. Il presente lavoro propone un’edizione critica del poema ritmico, della lettera dedicatoria scritta dall’autore Ansello all’abate Oddone e della redazione in prosa. I tre testi, fino a oggi mai tradotti, sono accompagnati da una versione italiana e da un apparato di note esegetiche. Nei capitoli introduttivi vengono affrontati i problemi filologici e storici relativi alle tre opere: si giunge a un’identificazione del visionario, che è anche il dedicatario dell’opera e dell’autore del ritmo; si esaminano le due redazioni narrative, dimostrando per via filologica che, contrariamente a quanto si era sempre ritenuto, la prosa è posteriore al ritmo e si deve a un autore diverso da Ansello; si indaga poi sul rapporto tra il testo di Ansello e la versione della medesima visione fornita da Rodolfo il Glabro e si definisce la rilevanza dell’opera nell’ambito della dottrina escatologica di Odilone di Cluny, che si riflette sulle riforme liturgiche promosse dal movimento monastico cluniacense. Lo studio si sposta quindi sulle fonti letterarie dei due testi, definendone il contesto storico di produzione. Dopo un’analisi delle principali caratteristiche linguistiche e stilistiche del ritmo e della prosa, viene studiata la tradizione manoscritta, descrivendo i testimoni conosciuti e definendo i rapporti tra di essi. L’esame delle edizioni precedenti e l’enunciazione dei criterî editoriali adottati precedono la bibliografia delle opere citate, organizzata per soggetti.

Edizione critica con traduzione italiana e commento della cosiddetta Visio Anselli, narrazione della visione infernale di un monaco trasmessa in due redazioni (in versi ritmici e in prosa), entrambe precedute dalla medesima lettera dedicatoria. Nell'introduzione viene dimostrato che: 1) il visionario è da identificarsi con Oddone abate di St.-Germain d'Auxerre († 1052); 2) l'autore è Ansello, contemporaneo di Oddone e scolastico probabilmente nel suo stesso monastero; 3) la redazione in versi, contrariamente a quanto si credeva in passato, è anteriore a quella in prosa, che va considerata come una rielaborazione anonima. Il poema viene quindi datato tra il 1043 e il 1048, mentre mancano elementi precisi per datare la prosa, tradita in un solo manoscritto del sec. XV. Viene quindi definito il contesto storico e l'ambito monastico cluniacense nel quale il testo originario è stato scritto e nel quale esso è stato immediatamente diffuso. Un capitolo è dedicato al racconto che Rodolfo il Glabro fa della stessa visione nelle sue Historiae (testimonianza che viene riprodotta in appendice alle pp. 43-7). Si procede quindi a un'analisi linguistica, stilistica e metrica delle due redazioni della Visio Anselli. La terza parte dell'introduzione contiene la descrizione dei testimoni manoscritti delle due opere (pp. LIII-LXXIII), la discussione sui loro rapporti e la valutazione delle edizioni precedenti. Una bibliografia ragionata (pp. XCI-CVIII) precede l'edizione critica dei testi. L'epistola dedicatoria è pubblicata sulla base di sei manoscritti: Paris, BNF, lat. 5572 (sec. XI) = D; Verdun, BM, 57 (saec. XI) = V; Orléans, BM, 182 (159) (sec. XI) = F; Montpellier, Bibl. Interuniversitaire, Sect. Méd., 68 (sec. XI) = M; Vat. Reg. lat. 73 (sec. XII) = R; Subiaco, Bibl. del Monumento Nazionale di Santa Scolastica, CCI (sec. XV) = S. Per il poema ritmico, oltre ai codici D, V, F ed M si usa anche il codice Paris, BNF, lat. 4887 (sec. XII) = C. I due codici che per questo testo sono ritenuti eliminandi (Paris, BNF, lat. 5138 [sec. XVII] = P; Auxerre, BM, 91 (85) [sec. XII-XIII] = A) vengono comunque descritti alle pp. LVII-LXI e LXIX-LXXI. La redazione in prosa è pubblicata sulla base del suo unico testimone noto: il codice S. Due gli indici: delle fonti (pp. 69-70) e dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime (pp. 71-6).

Visio Anselli. Il racconto di Ansello Scolastico e dell’Anonimo sulla visione infernale di Oddone di Auxerre

GAMBERINI, Roberto
2008-01-01

Abstract

Edizione critica con traduzione italiana e commento della cosiddetta Visio Anselli, narrazione della visione infernale di un monaco trasmessa in due redazioni (in versi ritmici e in prosa), entrambe precedute dalla medesima lettera dedicatoria. Nell'introduzione viene dimostrato che: 1) il visionario è da identificarsi con Oddone abate di St.-Germain d'Auxerre († 1052); 2) l'autore è Ansello, contemporaneo di Oddone e scolastico probabilmente nel suo stesso monastero; 3) la redazione in versi, contrariamente a quanto si credeva in passato, è anteriore a quella in prosa, che va considerata come una rielaborazione anonima. Il poema viene quindi datato tra il 1043 e il 1048, mentre mancano elementi precisi per datare la prosa, tradita in un solo manoscritto del sec. XV. Viene quindi definito il contesto storico e l'ambito monastico cluniacense nel quale il testo originario è stato scritto e nel quale esso è stato immediatamente diffuso. Un capitolo è dedicato al racconto che Rodolfo il Glabro fa della stessa visione nelle sue Historiae (testimonianza che viene riprodotta in appendice alle pp. 43-7). Si procede quindi a un'analisi linguistica, stilistica e metrica delle due redazioni della Visio Anselli. La terza parte dell'introduzione contiene la descrizione dei testimoni manoscritti delle due opere (pp. LIII-LXXIII), la discussione sui loro rapporti e la valutazione delle edizioni precedenti. Una bibliografia ragionata (pp. XCI-CVIII) precede l'edizione critica dei testi. L'epistola dedicatoria è pubblicata sulla base di sei manoscritti: Paris, BNF, lat. 5572 (sec. XI) = D; Verdun, BM, 57 (saec. XI) = V; Orléans, BM, 182 (159) (sec. XI) = F; Montpellier, Bibl. Interuniversitaire, Sect. Méd., 68 (sec. XI) = M; Vat. Reg. lat. 73 (sec. XII) = R; Subiaco, Bibl. del Monumento Nazionale di Santa Scolastica, CCI (sec. XV) = S. Per il poema ritmico, oltre ai codici D, V, F ed M si usa anche il codice Paris, BNF, lat. 4887 (sec. XII) = C. I due codici che per questo testo sono ritenuti eliminandi (Paris, BNF, lat. 5138 [sec. XVII] = P; Auxerre, BM, 91 (85) [sec. XII-XIII] = A) vengono comunque descritti alle pp. LVII-LXI e LXIX-LXXI. La redazione in prosa è pubblicata sulla base del suo unico testimone noto: il codice S. Due gli indici: delle fonti (pp. 69-70) e dei nomi, dei luoghi e delle opere anonime (pp. 71-6).
2008
978-88-8450-201-8
Il poema ritmico latino di Ansello Scolastico e il testo in prosa che raccontano il sogno dell’abate Oddone di Auxerre (1032-1052) testimoniano un momento importante della religiosità cluniacense, al suo culmine proprio negli anni in cui la visione fu scritta, e costituiscono un repertorio tematico prezioso per i testi visionarî dei secoli successivi e forse anche per la Divina Commedia di Dante Alighieri. L’opera di Ansello e l’anonimo racconto in prosa tuttavia non sono mai stati fatti oggetto di studî approfonditi e e non sono reperibili in edizioni affidabili o redatte con criterî scientifici. Il presente lavoro propone un’edizione critica del poema ritmico, della lettera dedicatoria scritta dall’autore Ansello all’abate Oddone e della redazione in prosa. I tre testi, fino a oggi mai tradotti, sono accompagnati da una versione italiana e da un apparato di note esegetiche. Nei capitoli introduttivi vengono affrontati i problemi filologici e storici relativi alle tre opere: si giunge a un’identificazione del visionario, che è anche il dedicatario dell’opera e dell’autore del ritmo; si esaminano le due redazioni narrative, dimostrando per via filologica che, contrariamente a quanto si era sempre ritenuto, la prosa è posteriore al ritmo e si deve a un autore diverso da Ansello; si indaga poi sul rapporto tra il testo di Ansello e la versione della medesima visione fornita da Rodolfo il Glabro e si definisce la rilevanza dell’opera nell’ambito della dottrina escatologica di Odilone di Cluny, che si riflette sulle riforme liturgiche promosse dal movimento monastico cluniacense. Lo studio si sposta quindi sulle fonti letterarie dei due testi, definendone il contesto storico di produzione. Dopo un’analisi delle principali caratteristiche linguistiche e stilistiche del ritmo e della prosa, viene studiata la tradizione manoscritta, descrivendo i testimoni conosciuti e definendo i rapporti tra di essi. L’esame delle edizioni precedenti e l’enunciazione dei criterî editoriali adottati precedono la bibliografia delle opere citate, organizzata per soggetti.
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