L'analisi trasmissionale di tre epistole politiche di Federico II contenute nell'Epistolario di Pier della Vigna (I 30, I 34, III 1) consente di precisare alcuni aspetti della tradizione dell'Epistolario stesso e di formulare alcune ipotesi sulla sua composizione. Dal confronto tra il testo testimoniato dagli esemplari effettivamente spediti e quello tràdito dalla raccolta di Pier della Vigna emergono elementi che fanno pensare che le diverse redazioni dell'Epistolario siano state allestite in un processo articolato in più fasi successive, partendo dai formularî e da materiale in uso da parte dei notai di cancelleria sulla cui rielaborazione e trasmissione si è a un certo punto innestato un controllo su documenti d’archivio. La redazione piccola in sei libri sembrerebbe infatti derivare soprattutto dai formularî in uso dei notai della cancelleria imperiale, mentre la grande in sei libri, il testimone chiave della quale può essere riconosciuto nel codice Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 13059, sarebbe il risultato di un ampliamento del testo avvenuto sulla base di documenti d'archivio.

The analysis of the textual transmission of three political epistles of the emperor Frederick II contained in the collection of Petrus de Vinea (I 30, I 34, III 1) allows to specify certain aspects of the tradition of the collection itself and to formulate some hypotheses about its composition. The comparison between the text witnessed by copies actually shipped to distinct recipients and the one that can be read in the different versions of the collection of Petrus de Vinea suggest that these collections have been set up in a process structured in several steps, starting from the formularies and the material used by the notaries of the imperial chancellery. At different stages of elaboration and transmission the text of the collection has been compared to the one transmitted by archival documents. The smaller version in six books would seem to arise mainly from the formularies of the imperial chancellery, while the larger collection in six books, whose key witness can be recognized in the manuscript Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 13059, seems to be the result of an expansion of the text made on the basis of archival documents.

Le epistole di Pier della Vigna per Federico II: tradizioni manoscritte a confronto

GAMBERINI, Roberto
2013-01-01

Abstract

The analysis of the textual transmission of three political epistles of the emperor Frederick II contained in the collection of Petrus de Vinea (I 30, I 34, III 1) allows to specify certain aspects of the tradition of the collection itself and to formulate some hypotheses about its composition. The comparison between the text witnessed by copies actually shipped to distinct recipients and the one that can be read in the different versions of the collection of Petrus de Vinea suggest that these collections have been set up in a process structured in several steps, starting from the formularies and the material used by the notaries of the imperial chancellery. At different stages of elaboration and transmission the text of the collection has been compared to the one transmitted by archival documents. The smaller version in six books would seem to arise mainly from the formularies of the imperial chancellery, while the larger collection in six books, whose key witness can be recognized in the manuscript Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 13059, seems to be the result of an expansion of the text made on the basis of archival documents.
2013
978-88-8450-512-5
L'analisi trasmissionale di tre epistole politiche di Federico II contenute nell'Epistolario di Pier della Vigna (I 30, I 34, III 1) consente di precisare alcuni aspetti della tradizione dell'Epistolario stesso e di formulare alcune ipotesi sulla sua composizione. Dal confronto tra il testo testimoniato dagli esemplari effettivamente spediti e quello tràdito dalla raccolta di Pier della Vigna emergono elementi che fanno pensare che le diverse redazioni dell'Epistolario siano state allestite in un processo articolato in più fasi successive, partendo dai formularî e da materiale in uso da parte dei notai di cancelleria sulla cui rielaborazione e trasmissione si è a un certo punto innestato un controllo su documenti d’archivio. La redazione piccola in sei libri sembrerebbe infatti derivare soprattutto dai formularî in uso dei notai della cancelleria imperiale, mentre la grande in sei libri, il testimone chiave della quale può essere riconosciuto nel codice Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 13059, sarebbe il risultato di un ampliamento del testo avvenuto sulla base di documenti d'archivio.
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