Se il tempo è giunto per un bilancio del Novecento letterario ormai alle spalle, molti sono i nomi che mancano all’appello. A volte si tratta di scrittori assai famosi in vita e poi caduti nell’oblio, altre volte di maltrattati, riconosciuti talora in un’inutile fiammata postuma, oppure di firme di valore mai veicolate dall’industria culturale: in ogni caso, nella labile galleria della memoria collettiva le pareti bianche sono davvero accecanti. Gli scrittori in vario modo ‘dimenticati’ che qui passiamo in rassegna (insieme al ritratto corale di una città stereotipata e desueta come Napoli) appartengono a due gruppi generazionali – Vittorini Jovine Bonfantini; Pomilio Troisi Striano – che fra l’oppressione del fascismo e la pressione dei conformismi del dopoguerra rivendicano un’orgogliosa quanto difficile autonomia dalla Chiesa di turno. Siamo di fronte a destini tipicamente novecenteschi, caratterizzati dal complesso e impervio intreccio tra dati esistenziali, artistici, politici. Se di militanza parliamo a proposito di questi ‘fuori corso’ è questa la militanza della critica e della libertà, che rende la loro scrittura una testimonianza preziosa da riproporre in una stagione di alacri passività e inconsapevoli obbedienze.

Fuori corso. Profili di militanza novecentesca.

IERMANO, Antonio
2015-01-01

Abstract

Se il tempo è giunto per un bilancio del Novecento letterario ormai alle spalle, molti sono i nomi che mancano all’appello. A volte si tratta di scrittori assai famosi in vita e poi caduti nell’oblio, altre volte di maltrattati, riconosciuti talora in un’inutile fiammata postuma, oppure di firme di valore mai veicolate dall’industria culturale: in ogni caso, nella labile galleria della memoria collettiva le pareti bianche sono davvero accecanti. Gli scrittori in vario modo ‘dimenticati’ che qui passiamo in rassegna (insieme al ritratto corale di una città stereotipata e desueta come Napoli) appartengono a due gruppi generazionali – Vittorini Jovine Bonfantini; Pomilio Troisi Striano – che fra l’oppressione del fascismo e la pressione dei conformismi del dopoguerra rivendicano un’orgogliosa quanto difficile autonomia dalla Chiesa di turno. Siamo di fronte a destini tipicamente novecenteschi, caratterizzati dal complesso e impervio intreccio tra dati esistenziali, artistici, politici. Se di militanza parliamo a proposito di questi ‘fuori corso’ è questa la militanza della critica e della libertà, che rende la loro scrittura una testimonianza preziosa da riproporre in una stagione di alacri passività e inconsapevoli obbedienze.
2015
978-88-207-6444-9
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