L'articolo indaga sull'attività di Pietro da Salerno, monaco benedettino, che, divenuto vescovo di Anagni (1062-1105), pontificando Alessandro II (1061-1073), fu inviato, secondo la "Vita" accolta nel "Lectionarium anagninum" (Cod. Chigiano C.VIII.235, ff. 195v-206v), con il titolo di apocrisario romano in Costantinopoli ad una trattativa ecclesiastica greco-latina "pro bono pacis", durante la quale sperimentò la potente intercessione di S. Magno. Dalla ricerca emerge come la stabilizzazione del testo per la fruizione liturgica sia il risultato di una fermentazione agiografica, poiché Pietro, nella trasferta effettivamente consumatasi sulla scena della storia tra il 1071 e il 1073, non sarebbe stato l'ambasciatore ecumenico della Santa Sede ma soltanto il delegato di Desiderio interessato a favorire un'alleanza matrimoniale normanno-bizantina tra Roberto il Guiscardo e l'imperatore d'Oriente Michele VII, ottenendo a compenso della missione i fondi cassinesi per la ricostruzione della cattedrale anagnina, ove dare adeguata custodia alle reliquie di S. Magno, in linea con il messaggio propagandistico della riforma gregoriana annunciante simbolicamente con il rinnovamento degli edifici e l'incentivazione di nuovi culti patronali la palingenesi di una Chiesa affrancata dalla mondanità feudale per il recupero dell'esperienza neo-testamentaria. Il volume, in cui è inserito il prodotto e che vede come altri autori R. Grégoire, S. Pietrobono e L. Cappelletti, fa parte di una Collana specialistica, che ha per Direttore scientifico l'Autore ed è dotata di ISSN 1721-3053. Segnalazione in Deutsches Archiv fur Erforschung des Mittelalters", 64/1 (2008) 212-213.

Pietro da Salerno e la sua missione presso l'imperatore bizantino Michele VII

CARCIONE, Filippo
2006-01-01

Abstract

L'articolo indaga sull'attività di Pietro da Salerno, monaco benedettino, che, divenuto vescovo di Anagni (1062-1105), pontificando Alessandro II (1061-1073), fu inviato, secondo la "Vita" accolta nel "Lectionarium anagninum" (Cod. Chigiano C.VIII.235, ff. 195v-206v), con il titolo di apocrisario romano in Costantinopoli ad una trattativa ecclesiastica greco-latina "pro bono pacis", durante la quale sperimentò la potente intercessione di S. Magno. Dalla ricerca emerge come la stabilizzazione del testo per la fruizione liturgica sia il risultato di una fermentazione agiografica, poiché Pietro, nella trasferta effettivamente consumatasi sulla scena della storia tra il 1071 e il 1073, non sarebbe stato l'ambasciatore ecumenico della Santa Sede ma soltanto il delegato di Desiderio interessato a favorire un'alleanza matrimoniale normanno-bizantina tra Roberto il Guiscardo e l'imperatore d'Oriente Michele VII, ottenendo a compenso della missione i fondi cassinesi per la ricostruzione della cattedrale anagnina, ove dare adeguata custodia alle reliquie di S. Magno, in linea con il messaggio propagandistico della riforma gregoriana annunciante simbolicamente con il rinnovamento degli edifici e l'incentivazione di nuovi culti patronali la palingenesi di una Chiesa affrancata dalla mondanità feudale per il recupero dell'esperienza neo-testamentaria. Il volume, in cui è inserito il prodotto e che vede come altri autori R. Grégoire, S. Pietrobono e L. Cappelletti, fa parte di una Collana specialistica, che ha per Direttore scientifico l'Autore ed è dotata di ISSN 1721-3053. Segnalazione in Deutsches Archiv fur Erforschung des Mittelalters", 64/1 (2008) 212-213.
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