Le banche a vocazione locale, sfruttando i tradizionali punti di forza del radicamento nel territorio e della capacità di sviluppare e privilegiare rapporti di tipo relazionale con la propria clientela nella logica del relationship banking, negli anni della crisi hanno continuato a sostenere il tessuto imprenditoriale rimanendo fedeli sia al loro ruolo di interlocutori privilegiati di imprese e famiglie del territorio di appartenenza sia ad un modello di business improntato sull’intermediazione creditizia. L’analisi sui bilanci proposta in questa sede ha infatti confermato che tali banche, pur con alcune problematicità legate al peggioramento della qualità del proprio portafoglio, hanno sostanzialmente mantenuto, se non leggermente accresciuto, la loro posizione competitiva nel mercato del credito. Le evidenze dell’indagine hanno consentito di svolgere alcune considerazioni su come esse possano implementare nel tempo i contenuti operativi e relazionali del rapporto con le imprese, nel presupposto che sul fronte dell’assistenza finanziaria a quest’ultime si debba fare qualcosa di più al fine di supportarle nei loro percorsi di crescita e di sviluppo che risentono evidentemente anche degli effetti negativi dell’attuale fase congiunturale. In tale contesto, se le banche locali appartenenti a gruppo bancari con operatività ampia e articolata possono affrontare il problema definendo opportune modalità di scambio con le società prodotto che ne fanno parte, per quelle indipendenti si tratta di creare percorsi condivisi con altre banche che si trovano nella stessa situazione sollecitando anche iniziative di sistema e a livello di associazioni di categoria di appartenenza ovvero di stabilire relazioni di collaborazione e/o di partnership con istituzioni specializzate

Banche locali e PMI nel mercato del credito: dalla crisi un forte impulso per rivedere la relazione in chiave evoluzionistica

MINNETTI, Francesco
2014-01-01

Abstract

Le banche a vocazione locale, sfruttando i tradizionali punti di forza del radicamento nel territorio e della capacità di sviluppare e privilegiare rapporti di tipo relazionale con la propria clientela nella logica del relationship banking, negli anni della crisi hanno continuato a sostenere il tessuto imprenditoriale rimanendo fedeli sia al loro ruolo di interlocutori privilegiati di imprese e famiglie del territorio di appartenenza sia ad un modello di business improntato sull’intermediazione creditizia. L’analisi sui bilanci proposta in questa sede ha infatti confermato che tali banche, pur con alcune problematicità legate al peggioramento della qualità del proprio portafoglio, hanno sostanzialmente mantenuto, se non leggermente accresciuto, la loro posizione competitiva nel mercato del credito. Le evidenze dell’indagine hanno consentito di svolgere alcune considerazioni su come esse possano implementare nel tempo i contenuti operativi e relazionali del rapporto con le imprese, nel presupposto che sul fronte dell’assistenza finanziaria a quest’ultime si debba fare qualcosa di più al fine di supportarle nei loro percorsi di crescita e di sviluppo che risentono evidentemente anche degli effetti negativi dell’attuale fase congiunturale. In tale contesto, se le banche locali appartenenti a gruppo bancari con operatività ampia e articolata possono affrontare il problema definendo opportune modalità di scambio con le società prodotto che ne fanno parte, per quelle indipendenti si tratta di creare percorsi condivisi con altre banche che si trovano nella stessa situazione sollecitando anche iniziative di sistema e a livello di associazioni di categoria di appartenenza ovvero di stabilire relazioni di collaborazione e/o di partnership con istituzioni specializzate
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