È possibile, mantenendo fede ai valori della rivoluzione, nel “mirabile giuramento al Quarto Stato”, attraversare gli eventi rivoluzionari e rimanere con le mani pulite, senza rinunciare ai “dieci cieli”, oppure – in termini neotestamentari – senza perdere la propria anima? E come fare i conti con il fatto che l’“immensa virata” della nave della storia conti tra le sue prime vittime un poeta, un amico come Gumilëv? Nell’articolo si compie un tentativo di riportare in luce questi scomodi interrogativi che fanno corpo con alcuni cruciali motivi della poesia di Osip Mandel’štam e che in passato sono stati trascurati, probabilmente a causa del persistente tentativo di ricondurre l’immagine del poeta a quella della ‘vittima’. Alcuni celebri versi vengono quindi riletti inquesta prospettiva, che fa emergere dei nodi tematici intrisi di contraddizioni, echi di un lacerante e ineludibile conflitto interiore. La parola-simbolo ‘ascia’ (topor) agisce come una cartina al tornasole: carica di valenze semantiche acquisite nel corso dell’Ottocento, essa ricompare nei testi di Mandel’štam ogni volta che la questione del “sangue autorizzato dalla coscienza” (Dostoevskij) riacquista un’urgenza.

Sojuz topora i liry: motiv “krovi po sovesti” i poteri sebja u Osipa Mandel'stama in “Ricerche slavistiche” 11 (57) 2013, pp. 135-159.

RASKINA, RAISA
2013-01-01

Abstract

È possibile, mantenendo fede ai valori della rivoluzione, nel “mirabile giuramento al Quarto Stato”, attraversare gli eventi rivoluzionari e rimanere con le mani pulite, senza rinunciare ai “dieci cieli”, oppure – in termini neotestamentari – senza perdere la propria anima? E come fare i conti con il fatto che l’“immensa virata” della nave della storia conti tra le sue prime vittime un poeta, un amico come Gumilëv? Nell’articolo si compie un tentativo di riportare in luce questi scomodi interrogativi che fanno corpo con alcuni cruciali motivi della poesia di Osip Mandel’štam e che in passato sono stati trascurati, probabilmente a causa del persistente tentativo di ricondurre l’immagine del poeta a quella della ‘vittima’. Alcuni celebri versi vengono quindi riletti inquesta prospettiva, che fa emergere dei nodi tematici intrisi di contraddizioni, echi di un lacerante e ineludibile conflitto interiore. La parola-simbolo ‘ascia’ (topor) agisce come una cartina al tornasole: carica di valenze semantiche acquisite nel corso dell’Ottocento, essa ricompare nei testi di Mandel’štam ogni volta che la questione del “sangue autorizzato dalla coscienza” (Dostoevskij) riacquista un’urgenza.
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