Il poemetto Paulo Ucello è senz’altro il più apprezzato e più studiato tra i componimenti della sfortunata silloge dei Poemi Italici. Ma quello che non va dimenticato è che il ritratto semi-immaginario del pittore quattrocentesco, che molto deve, come dichiarato dallo stesso Pascoli, alla fonte vasariana e francescana, si inserisce perfettamente nel contesto estetizzante di fine Ottocento, per la scelta dell’umile e geniale pittore ‘pre-raffaellita’. Inoltre la sua data di pubblicazione, il 1903, coincide con quella dei Miei pensieri di varia umanità, prima raccolta delle prose pascoliane, con cui condivide la riflessione estetica e morale e in particolare i tratti essenziali della figura e dell’estetica rappresentata dal pittore fiorentino. Ma il 1903 per Pascoli è anche l’anno della definitiva scelta della residenza barghigiana, anch’essa elemento ispiratore del poemetto attraverso gli scritti del giornalista-scrittore lucchese Carlo Paladini, nonché un anno cruciale nei dissidi con i gruppi fiorentini del “Marzocco” e del “Leonardo”, sicuramente in parte riflessi nella figura dell’incompreso, anziano e appartato pittore della Firenze primo-quattrocentesca.

Il Paulo Ucello, i Miei pensieri di varia umanità e Barga

CHIUMMO, Carla
2013-01-01

Abstract

Il poemetto Paulo Ucello è senz’altro il più apprezzato e più studiato tra i componimenti della sfortunata silloge dei Poemi Italici. Ma quello che non va dimenticato è che il ritratto semi-immaginario del pittore quattrocentesco, che molto deve, come dichiarato dallo stesso Pascoli, alla fonte vasariana e francescana, si inserisce perfettamente nel contesto estetizzante di fine Ottocento, per la scelta dell’umile e geniale pittore ‘pre-raffaellita’. Inoltre la sua data di pubblicazione, il 1903, coincide con quella dei Miei pensieri di varia umanità, prima raccolta delle prose pascoliane, con cui condivide la riflessione estetica e morale e in particolare i tratti essenziali della figura e dell’estetica rappresentata dal pittore fiorentino. Ma il 1903 per Pascoli è anche l’anno della definitiva scelta della residenza barghigiana, anch’essa elemento ispiratore del poemetto attraverso gli scritti del giornalista-scrittore lucchese Carlo Paladini, nonché un anno cruciale nei dissidi con i gruppi fiorentini del “Marzocco” e del “Leonardo”, sicuramente in parte riflessi nella figura dell’incompreso, anziano e appartato pittore della Firenze primo-quattrocentesca.
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