Uno degli obiettivi che ci si propone in questo studio sul rischio è quello di selezionare la vasta gamma di meccanismi attraverso i quali è avvicinata la concettualizzazione giuridica dello stesso rischio. Si tratta di una ‘categoria’ che presenta una storia pluri-secolare i cui elementi vanno osservati attraverso un metodo – quello fenomenologico – in grado di comprendere la valenza del rischio per il diritto e la capacità delle strutture giuridiche di as-sorbirlo. Il progetto nasce da una curiosità nei confronti di certa manuali-stica sul rischio e sui suoi effetti; da un intento di indagare l’apparente, incontrollabile proliferazione dei rischi nell’ambito di una società ipercomplessa – ‘liquida’ secondo il lessico di Bauman – come quella attuale, nonché da un’insoddisfazione nei confronti di una riduzione del diritto a funzione organicistica o strumentale avulso da un realtà che vede sempre più espandersi concetti quali etica, bioetica, etica pubblica dimentichi della circostanza che un maggior assorbimento dell’incertezza del fu-turo è possibile solo attraverso il rafforzamento delle categorie giuridiche. Attualmente il rischio per eccellenza è rappresentato dalla sop-pressione dei diritti elementari (diritto a bere, ad alimentarsi e a respirare aria pressoché pulita…) nei confronti dei cosiddetti popoli deboli (PSV) costretti a gestire situazioni di deficienza primaria anche a causa di una flessibilità e di una debolezza giu-ridica che mira a produrre situazioni di egemonia e non certo di equità. Il rischio corso dalla generazione attuale è rappresentato dall’esclusione dell’alterità ai diritti primi – l’esercizio della li-bertà è uno dei diritti fondamentali che, misurato con la questio-ne della giuridicità, alimenta la dimensione della responsabilità. Responsabilità non solo di fronte alle generazioni future ma di fronte ad un’umanità che viene quotidianamente privata, con la forza, della sua essenza. Si è voluto iniziare con un excursus di ordine storico-giuridico che in realtà appartiene alla tradizione più strettamente fenome-nologica, stravolta, in questa sede, da un atteggiamento realistico che diventa capovolgimento della fenomenologia nell’analisi sistemico-funzionale di Niklas Luhmann, in una parola inver-sione della lezione di Husserl con derive che superano la teoria di Kelsen.

PER UNA RIFLESSIONE SUL RISCHIO NEL DIRITTO

AVITABILE, Luisa
2008-01-01

Abstract

Uno degli obiettivi che ci si propone in questo studio sul rischio è quello di selezionare la vasta gamma di meccanismi attraverso i quali è avvicinata la concettualizzazione giuridica dello stesso rischio. Si tratta di una ‘categoria’ che presenta una storia pluri-secolare i cui elementi vanno osservati attraverso un metodo – quello fenomenologico – in grado di comprendere la valenza del rischio per il diritto e la capacità delle strutture giuridiche di as-sorbirlo. Il progetto nasce da una curiosità nei confronti di certa manuali-stica sul rischio e sui suoi effetti; da un intento di indagare l’apparente, incontrollabile proliferazione dei rischi nell’ambito di una società ipercomplessa – ‘liquida’ secondo il lessico di Bauman – come quella attuale, nonché da un’insoddisfazione nei confronti di una riduzione del diritto a funzione organicistica o strumentale avulso da un realtà che vede sempre più espandersi concetti quali etica, bioetica, etica pubblica dimentichi della circostanza che un maggior assorbimento dell’incertezza del fu-turo è possibile solo attraverso il rafforzamento delle categorie giuridiche. Attualmente il rischio per eccellenza è rappresentato dalla sop-pressione dei diritti elementari (diritto a bere, ad alimentarsi e a respirare aria pressoché pulita…) nei confronti dei cosiddetti popoli deboli (PSV) costretti a gestire situazioni di deficienza primaria anche a causa di una flessibilità e di una debolezza giu-ridica che mira a produrre situazioni di egemonia e non certo di equità. Il rischio corso dalla generazione attuale è rappresentato dall’esclusione dell’alterità ai diritti primi – l’esercizio della li-bertà è uno dei diritti fondamentali che, misurato con la questio-ne della giuridicità, alimenta la dimensione della responsabilità. Responsabilità non solo di fronte alle generazioni future ma di fronte ad un’umanità che viene quotidianamente privata, con la forza, della sua essenza. Si è voluto iniziare con un excursus di ordine storico-giuridico che in realtà appartiene alla tradizione più strettamente fenome-nologica, stravolta, in questa sede, da un atteggiamento realistico che diventa capovolgimento della fenomenologia nell’analisi sistemico-funzionale di Niklas Luhmann, in una parola inver-sione della lezione di Husserl con derive che superano la teoria di Kelsen.
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