I libri che, nell’Italia comunale (soprattutto a Siena, Pisa, Bologna, Perugia), regolano la vita delle città e delle loro magistrature, delle associazioni d’armi e di arti e delle confraternite, solennizzati dalle preziose legature, dalle scritture regolari e dai complessi apparati ornamentali, diventano efficaci strumenti di autopromozione. Destinati alla consultazione pubblica, i loro programmi illustrativi sono direttamente controllati dai ceti dirigenti ed eseguiti da artisti che spesso partecipano in prima persona alla gestione del potere (è il caso di Nicolò di Giacomo). Proprio in quanto veicolo dell’immagine che l’istituzione ha di se stessa, la decorazione dei libri dei comuni e delle arti presenta caratteri distintivi legati alla peculiarità del discorso autocelebrativo nelle diverse realtà storiche e politiche. Nell’iconografia di Statuti e Matricole confluiscono scene mutuate dal repertorio giuridico, temi derivati dalla contemporanea pittura monumentale e, in misura preponderante, soggetti religiosi, presi in prestito dall’ambito figurativo ecclesiastico. Il pantheon patronale assurto a simbolo dell'identità civica sulle monete e sui sigilli, sui vessilli e sugli stendardi, sulle pareti degli edifici di fondazione comunale, entra nelle carte d'archivio a solennizzare i frontespizi, a sottolineare i passi più importanti delle disposizioni statutarie, a introdurre gli elenchi degli iscritti alle corporazioni, a distinguere i quartieri, a sovraintendere le attività che si svolgono negli uffici e nelle botteghe.

Il 'Comune dei santi'. L'iconografia dei patroni nei libri cittadini

OROFINO, Giulia
2012-01-01

Abstract

I libri che, nell’Italia comunale (soprattutto a Siena, Pisa, Bologna, Perugia), regolano la vita delle città e delle loro magistrature, delle associazioni d’armi e di arti e delle confraternite, solennizzati dalle preziose legature, dalle scritture regolari e dai complessi apparati ornamentali, diventano efficaci strumenti di autopromozione. Destinati alla consultazione pubblica, i loro programmi illustrativi sono direttamente controllati dai ceti dirigenti ed eseguiti da artisti che spesso partecipano in prima persona alla gestione del potere (è il caso di Nicolò di Giacomo). Proprio in quanto veicolo dell’immagine che l’istituzione ha di se stessa, la decorazione dei libri dei comuni e delle arti presenta caratteri distintivi legati alla peculiarità del discorso autocelebrativo nelle diverse realtà storiche e politiche. Nell’iconografia di Statuti e Matricole confluiscono scene mutuate dal repertorio giuridico, temi derivati dalla contemporanea pittura monumentale e, in misura preponderante, soggetti religiosi, presi in prestito dall’ambito figurativo ecclesiastico. Il pantheon patronale assurto a simbolo dell'identità civica sulle monete e sui sigilli, sui vessilli e sugli stendardi, sulle pareti degli edifici di fondazione comunale, entra nelle carte d'archivio a solennizzare i frontespizi, a sottolineare i passi più importanti delle disposizioni statutarie, a introdurre gli elenchi degli iscritti alle corporazioni, a distinguere i quartieri, a sovraintendere le attività che si svolgono negli uffici e nelle botteghe.
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