La forma di governo parlamentare italiana, pur essendo rimasta purtroppo demunita di adeguati elementi costituzionali di raziona- lizzazione e stabilizzazione, si è comunque dimostrata la più matura e la più equilibrata per una società post-industriale pluralistica co- me la nostra, caratterizzata da un sistema partitico eccessivamente frammentato e ideologizzato. Infatti (anche dopo la prevalenza riconosciuta al principio maggioritario nel sistema elettorale con le leggi 276 e 277 del 1993, così come dopo l’affievolimento del rapporto di responsabili- tà politica tra parlamentari ed elettori determinato dalla legge 270 del 2005) il monismo parlamentare italiano si è dimostrato in gra- do di assorbire e metabolizzare le tensioni interne alle oligarchie del sistema partitico e le spinte anti-sistema di talune forze politiche estreme. Fondamentale, in tal senso, è il ruolo del Capo dello Stato, il quale rimane dietro le quinte nelle fasi in cui il circuito elettori- parlamento-governo appare coeso e forte, facendo un uso prevalen- temente formale dei propri poteri; mentre diviene un vero prota- gonista della scena politica quando il circuito elettori-parlamento- governo si indebolisce, esercitando in tal caso in modo più sostan- ziale le sue attribuzioni formali. Le tesi sostenute nel volume sembrano avere trovato largamen- te conferma negli anni successivi alla sua prima pubblicazione, an- che durante il mandato presidenziale di Giorgio Napolitano, co- minciato, nel corso della XV legislatura, il 15 maggio 2006 e, per- tanto, ora in via di conclusione (siamo infatti nel giugno 2012).

Prefazione alla prima ristampa

PASTORE, Fulvio
2012-01-01

Abstract

La forma di governo parlamentare italiana, pur essendo rimasta purtroppo demunita di adeguati elementi costituzionali di raziona- lizzazione e stabilizzazione, si è comunque dimostrata la più matura e la più equilibrata per una società post-industriale pluralistica co- me la nostra, caratterizzata da un sistema partitico eccessivamente frammentato e ideologizzato. Infatti (anche dopo la prevalenza riconosciuta al principio maggioritario nel sistema elettorale con le leggi 276 e 277 del 1993, così come dopo l’affievolimento del rapporto di responsabili- tà politica tra parlamentari ed elettori determinato dalla legge 270 del 2005) il monismo parlamentare italiano si è dimostrato in gra- do di assorbire e metabolizzare le tensioni interne alle oligarchie del sistema partitico e le spinte anti-sistema di talune forze politiche estreme. Fondamentale, in tal senso, è il ruolo del Capo dello Stato, il quale rimane dietro le quinte nelle fasi in cui il circuito elettori- parlamento-governo appare coeso e forte, facendo un uso prevalen- temente formale dei propri poteri; mentre diviene un vero prota- gonista della scena politica quando il circuito elettori-parlamento- governo si indebolisce, esercitando in tal caso in modo più sostan- ziale le sue attribuzioni formali. Le tesi sostenute nel volume sembrano avere trovato largamen- te conferma negli anni successivi alla sua prima pubblicazione, an- che durante il mandato presidenziale di Giorgio Napolitano, co- minciato, nel corso della XV legislatura, il 15 maggio 2006 e, per- tanto, ora in via di conclusione (siamo infatti nel giugno 2012).
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