Introduzione I comportamenti sessuali degli adolescenti hanno subito negli ultimi anni notevoli cambiamenti in seguito alle modificazioni subite dal costume, dalla morale sessuale e dalla società stessa. Tra le conseguenze più evidenti di tale cambiamento insieme all’età sempre più precoce in cui gli adolescenti iniziano ad avere contatti sessuali, aumento delle gravidanze indesiderate e degli aborti volontari, aumento dell’incidenza delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). In tale contesto il Centro di Ricerca per la Diffusione della Cultura Scientifica e l’Educazione alla Salute (CRDCS), ha avviato una serie di indagini con l’obiettivo di rilevare il grado di conoscenza, le abitudini sessuali ed i significati nonché le valutazioni che i giovani attribuiscono alla sessualità al fine di attuare interventi di prevenzione di maggiore efficacia. Ulteriore obiettivi sono stati valutare la comprensione, linguistica e contenutistica, verificare l’efficacia dell’intervento. Materiali e Metodi L’attività di ricerca, svolta tra il 2003 ed il 2008, nell’ambito di un progetto finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità ha previsto la realizzazione di una serie di interventi educativi sulle IST corredati da una Mostra multimediale dal titolo “DEATH. Da Eros a Thanatos. Aids e Malattie a Trasmissione Sessuale”. Un ampio spazio dedicato alla storia delle malattie veneree apre la mostra cui seguono quattro sezioni: - la prima di carattere biologico, illustra le vie di trasmissione nonché le caratteristiche immunologiche dei microrganismi; - la seconda sezione, di tipo epidemiologico, riguarda la diffusione delle malattie tra le diverse popolazioni nel mondo; - la terza, clinico-medica, si articola nelle diverse rappresentazioni dei sintomi; - l’ultima, infine, è dedicata alla prevenzione. Il diversi tipi di questionari sono stati distribuiti a distanza di qualche mese dalla visita alla mostra per dare agli studenti il tempo di interiorizzare le nuove conoscenze e/o di modificare quelle esistenti. La visita della mostra intesa a fornire una informazione oggettiva sul problema delle IST, attenendosi alle più recenti acquisizioni teoriche nel campo della venereologia e dell’igiene, è stata affiancata alla somministrazione di questionari anonimi, tra gli studenti delle scuole superiori della città di Cassino, inoltre varie indagini sui livelli di informazione e percezione del rischio sull’AIDS e infezione da HIV sono state realizzate tra gli studenti universitari. Risultati Gli intervistati hanno evidenziato una buona conoscenza sull’AIDS ma non altrettanto sulle altre IST. Da notare però che, anche quando l’informazione risulti corretta, ad essa non corrisponde sempre un comportamento adeguato, in particolare per quanto riguarda l’uso del preservativo che seppur riconosciuto da gran parte del campione come il più efficace metodo di barriera contro il contagio, viene utilizzato solo dal 40%. I ragazzi dichiarano di poter accedere a più fonti di informazione riguardo al sesso sicuro (coetanei, partner, carta stampata, televisione, ecc.), ma nonostante ciò la loro conoscenza dell’argomento è approssimativa e imprecisa. Gli interventi educativi anche se hanno modificato le conoscenze del campione sono stati efficaci nel cambiare i comportamenti a rischio ma solo a breve termine. Come in altre indagini, anche da questo studio emerge dunque che la maggioranza dei giovani pur riconoscendo la gravità dell’infezione ha una scarsa attitudine all’adozione di comportamenti sessuali prudenti e sottostima il rischio di contrarre l’AIDS attraverso i rapporti eterosessuali. Conclusioni Il progetto ha destato sicuramente grande interesse. Come già evidenziato da molti autori, anche in questo caso si osserva come sulle popolazioni che sono state oggetto di interventi di educazione alla salute con i modelli di behaviour change, basati, cioè, sull’ipotesi di una relazione diretta tra aumento delle conoscenze e modifica dei comportamenti, le ricadute a lungo termine non sono sufficientemente protettive. Pertanto, è necessario intensificare gli sforzi per applicare in maniera estensiva i più efficaci modelli di self empowerment, basati sul coinvolgimento e sull’assunzione di responsabilità dei destinatari dell’intervento allo scopo di modificare i comportamenti a rischio. I giovani , infatti, ritengono di dover assumere un ruolo più attivo nella progettazione degli interventi a loro rivolti e sottolineano la necessità di ulteriori informazioni. Ciò è particolarmente interessante poiché dimostra in modo inequivocabile la necessità di sostenere una attività continua di educazione relativamente ai temi della sessualità e delle IST.

DEATH: da Eros A thanatos. AIDS e Malattie a Trasmissione Sessuale.

FERRARA, Maria;DE VITO, Elisabetta;LANGIANO, Elisa;
2006-01-01

Abstract

Introduzione I comportamenti sessuali degli adolescenti hanno subito negli ultimi anni notevoli cambiamenti in seguito alle modificazioni subite dal costume, dalla morale sessuale e dalla società stessa. Tra le conseguenze più evidenti di tale cambiamento insieme all’età sempre più precoce in cui gli adolescenti iniziano ad avere contatti sessuali, aumento delle gravidanze indesiderate e degli aborti volontari, aumento dell’incidenza delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). In tale contesto il Centro di Ricerca per la Diffusione della Cultura Scientifica e l’Educazione alla Salute (CRDCS), ha avviato una serie di indagini con l’obiettivo di rilevare il grado di conoscenza, le abitudini sessuali ed i significati nonché le valutazioni che i giovani attribuiscono alla sessualità al fine di attuare interventi di prevenzione di maggiore efficacia. Ulteriore obiettivi sono stati valutare la comprensione, linguistica e contenutistica, verificare l’efficacia dell’intervento. Materiali e Metodi L’attività di ricerca, svolta tra il 2003 ed il 2008, nell’ambito di un progetto finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità ha previsto la realizzazione di una serie di interventi educativi sulle IST corredati da una Mostra multimediale dal titolo “DEATH. Da Eros a Thanatos. Aids e Malattie a Trasmissione Sessuale”. Un ampio spazio dedicato alla storia delle malattie veneree apre la mostra cui seguono quattro sezioni: - la prima di carattere biologico, illustra le vie di trasmissione nonché le caratteristiche immunologiche dei microrganismi; - la seconda sezione, di tipo epidemiologico, riguarda la diffusione delle malattie tra le diverse popolazioni nel mondo; - la terza, clinico-medica, si articola nelle diverse rappresentazioni dei sintomi; - l’ultima, infine, è dedicata alla prevenzione. Il diversi tipi di questionari sono stati distribuiti a distanza di qualche mese dalla visita alla mostra per dare agli studenti il tempo di interiorizzare le nuove conoscenze e/o di modificare quelle esistenti. La visita della mostra intesa a fornire una informazione oggettiva sul problema delle IST, attenendosi alle più recenti acquisizioni teoriche nel campo della venereologia e dell’igiene, è stata affiancata alla somministrazione di questionari anonimi, tra gli studenti delle scuole superiori della città di Cassino, inoltre varie indagini sui livelli di informazione e percezione del rischio sull’AIDS e infezione da HIV sono state realizzate tra gli studenti universitari. Risultati Gli intervistati hanno evidenziato una buona conoscenza sull’AIDS ma non altrettanto sulle altre IST. Da notare però che, anche quando l’informazione risulti corretta, ad essa non corrisponde sempre un comportamento adeguato, in particolare per quanto riguarda l’uso del preservativo che seppur riconosciuto da gran parte del campione come il più efficace metodo di barriera contro il contagio, viene utilizzato solo dal 40%. I ragazzi dichiarano di poter accedere a più fonti di informazione riguardo al sesso sicuro (coetanei, partner, carta stampata, televisione, ecc.), ma nonostante ciò la loro conoscenza dell’argomento è approssimativa e imprecisa. Gli interventi educativi anche se hanno modificato le conoscenze del campione sono stati efficaci nel cambiare i comportamenti a rischio ma solo a breve termine. Come in altre indagini, anche da questo studio emerge dunque che la maggioranza dei giovani pur riconoscendo la gravità dell’infezione ha una scarsa attitudine all’adozione di comportamenti sessuali prudenti e sottostima il rischio di contrarre l’AIDS attraverso i rapporti eterosessuali. Conclusioni Il progetto ha destato sicuramente grande interesse. Come già evidenziato da molti autori, anche in questo caso si osserva come sulle popolazioni che sono state oggetto di interventi di educazione alla salute con i modelli di behaviour change, basati, cioè, sull’ipotesi di una relazione diretta tra aumento delle conoscenze e modifica dei comportamenti, le ricadute a lungo termine non sono sufficientemente protettive. Pertanto, è necessario intensificare gli sforzi per applicare in maniera estensiva i più efficaci modelli di self empowerment, basati sul coinvolgimento e sull’assunzione di responsabilità dei destinatari dell’intervento allo scopo di modificare i comportamenti a rischio. I giovani , infatti, ritengono di dover assumere un ruolo più attivo nella progettazione degli interventi a loro rivolti e sottolineano la necessità di ulteriori informazioni. Ciò è particolarmente interessante poiché dimostra in modo inequivocabile la necessità di sostenere una attività continua di educazione relativamente ai temi della sessualità e delle IST.
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