1. Scopo del lavoro è un'indagine psicologica dei personaggi. 2. La metodologia seguita è la ricerca delle motivazioni del loro comportamento e gli elementi essenziali della loro personalità. 3. Risultati: si cerca di dare dell'intero racconto un commento che affondi il bisturi nelle potenzialità intellettive ed emotive di tutti i personaggi. Si tratta di un breve racconto in cui sono protagonisti un uomo, Mister Duffy, e la signora Sinico. La vicenda si svolge a Dublino e i personaggi sono tipicamente Dublinesi, nel senso voluto da Joyce vicino al concetto di cadaveri ambulanti di Čechov. Duffy è un uomo che vive in uno stato di voluta auto-emarginazione dell'umanità con note di nevrosi fobica, non ha rapporti di amicizia vera e tanto meno di amore. La sua casa è perfettamente in ordine, come probabile meccanismo di compensazione di una vera vita nel disordine umano. Si tratta di una personalità patetica in tutte le sue manifestazioni in cui però vi è un indistinto ma presente desiderio di “epifania” (nel senso di Joyce) che si limita per il contatto con l'esterno ad amare la musica di Mozart. A un concerto di musica di Mozart conosce una donna, appunto la Sinico, che è l'opposto di lui, ricca di profonda emotività e capace di un potenziale grande amore. Fra i due si stabilisce un rapporto che è iniziato in maniera ascetica, tende a divenire naturalmente un rapporto affettivo anche per il totale disinteresse del marito (che giustifica tra l'altro il desiderio di amore della donna) e per l'indifferenza della stessa figlia nei riguardi della madre. La vicenda sembra volgere verso la formazione di un vero rapporto affettivo fra i due, ma a livello inconscio Duffy ha una autentica inversione a investire le proprie energie erotiche su una qualsiasi persona, in particolare su una donna. Egli infatti sente, con un processo para-allucinosico, una voce che gli parla di una pretesa incurabile solitudine dell'anima. La mente cosciente traduce questa impossibilità in un desiderio di rottura del rapporto con la donna; la causa occasionale per realizzare questa rottura è il fatto che lei, in un certo momento, gli prende con passione una mano e se la preme sulla guancia. Duffy decide immediatamente la rottura e, a casa di lei, le dichiara che un legame è sempre un legame di dolore e quindi va spezzato; tra l'altro si fa restituire anche i libri e i testi musicali che aveva dato alla donna. Passano quattro anni e Duffy rivela il fondo anormale della sua personalità scrivendo sul proprio diario che l'amore fra uomo e uomo è impossibile per il divieto di un rapporto sessuale, l'amicizia fra uomo e donna è impossibile per la necessità assoluta di tale rapporto. È evidente l'esagerazione di questa affermazione. Passa altro tempo e una sera Duffy, che stava cenando in una osteria, legge casualmente sotto il titolo “a painful case” che una certa Miss Sinico è morta investita da un treno. Duffy ne è profondamente colpito ma ne avrà reazioni del tutto particolari. A parte un'ironica affermazione giornalistica in cui si parla del grande amore del marito e dell'indifferenza della figlia, che tra l'altro precisa che la madre attraversava spesso i binari (per un desiderio più o meno cosciente di morte), l'articolo conclude che nessuno è responsabile. La prima reazione dell'uomo è del tutto paradossale e ritiene la donna colpevole della propria morte come se fosse stato fatto per una azione voluta contro di lui, ma a questo punto inizia un processo psichico diverso per cui un complesso di colpa comincia a prendere forza e consistenza. Rendendosi conto che la sua mente sfiora il delirio, esce e si avvia lungo un qualsiasi viale della città in vicinanza del fiume. La mente cosciente si rende conto di quanto sia egli responsabile della solitudine angosciosa a cui aveva condannato la donna e, subito dopo, si rende conto che anche la sua vita sarà vuota fino alla morte e nessuno lo ricorderà. Camminando nel parco egli cade in preda a un vero processo allucinatorio tattile e uditivo che gli fa prendere però coscienza, a livello dell'Io, che tutta la sua vita di farisaica morale gli ha impedito di vivere. La reazione a questa presa di coscienza è tale che il vecchio rigido moralista invidia le coppie sdraiate a terra in un chiaro atteggiamento di rapporto sessuale. Interessante psicologicamente è il fatto che proprio nel processo delirante Duffy diventa un uomo vero, consapevole della sua colpa e rassegnato a sentirsi responsabile della propria situazione di solitudine e di angoscioso inutile desiderio d'amare. Il processo allucinatorio continua al punto che un treno merci viene visto quasi come un verme dalla testa di fuoco, mentre compaiono allucinazioni uditive per cui sente forte nelle orecchie le sillabe del nome di lei. Queste allucinazioni hanno significato di morte, di colpevolezza e di inutile traumatico rimpianto e ancora più inutile desiderio. L'uomo, per evitare il peggio, si ferma sotto un albero e qui finalmente le allucinazioni cessano ed egli si rende conto che è e sarà solo per sempre. Joyce ha voluto dimostrare ancora una volta che un uomo che si chiude dentro se stesso si auto-condanna a una morte psichica peggiore a qualsiasi altra possibilità di vivere in questo mondo dominato dalla paresi, dall'impotenza e dal dolore.

Notazioni psicologiche su "Un increscioso incidente" di James Joyce.

TOMASSONI, Rosella;FUSCO, Antonio
2008-01-01

Abstract

1. Scopo del lavoro è un'indagine psicologica dei personaggi. 2. La metodologia seguita è la ricerca delle motivazioni del loro comportamento e gli elementi essenziali della loro personalità. 3. Risultati: si cerca di dare dell'intero racconto un commento che affondi il bisturi nelle potenzialità intellettive ed emotive di tutti i personaggi. Si tratta di un breve racconto in cui sono protagonisti un uomo, Mister Duffy, e la signora Sinico. La vicenda si svolge a Dublino e i personaggi sono tipicamente Dublinesi, nel senso voluto da Joyce vicino al concetto di cadaveri ambulanti di Čechov. Duffy è un uomo che vive in uno stato di voluta auto-emarginazione dell'umanità con note di nevrosi fobica, non ha rapporti di amicizia vera e tanto meno di amore. La sua casa è perfettamente in ordine, come probabile meccanismo di compensazione di una vera vita nel disordine umano. Si tratta di una personalità patetica in tutte le sue manifestazioni in cui però vi è un indistinto ma presente desiderio di “epifania” (nel senso di Joyce) che si limita per il contatto con l'esterno ad amare la musica di Mozart. A un concerto di musica di Mozart conosce una donna, appunto la Sinico, che è l'opposto di lui, ricca di profonda emotività e capace di un potenziale grande amore. Fra i due si stabilisce un rapporto che è iniziato in maniera ascetica, tende a divenire naturalmente un rapporto affettivo anche per il totale disinteresse del marito (che giustifica tra l'altro il desiderio di amore della donna) e per l'indifferenza della stessa figlia nei riguardi della madre. La vicenda sembra volgere verso la formazione di un vero rapporto affettivo fra i due, ma a livello inconscio Duffy ha una autentica inversione a investire le proprie energie erotiche su una qualsiasi persona, in particolare su una donna. Egli infatti sente, con un processo para-allucinosico, una voce che gli parla di una pretesa incurabile solitudine dell'anima. La mente cosciente traduce questa impossibilità in un desiderio di rottura del rapporto con la donna; la causa occasionale per realizzare questa rottura è il fatto che lei, in un certo momento, gli prende con passione una mano e se la preme sulla guancia. Duffy decide immediatamente la rottura e, a casa di lei, le dichiara che un legame è sempre un legame di dolore e quindi va spezzato; tra l'altro si fa restituire anche i libri e i testi musicali che aveva dato alla donna. Passano quattro anni e Duffy rivela il fondo anormale della sua personalità scrivendo sul proprio diario che l'amore fra uomo e uomo è impossibile per il divieto di un rapporto sessuale, l'amicizia fra uomo e donna è impossibile per la necessità assoluta di tale rapporto. È evidente l'esagerazione di questa affermazione. Passa altro tempo e una sera Duffy, che stava cenando in una osteria, legge casualmente sotto il titolo “a painful case” che una certa Miss Sinico è morta investita da un treno. Duffy ne è profondamente colpito ma ne avrà reazioni del tutto particolari. A parte un'ironica affermazione giornalistica in cui si parla del grande amore del marito e dell'indifferenza della figlia, che tra l'altro precisa che la madre attraversava spesso i binari (per un desiderio più o meno cosciente di morte), l'articolo conclude che nessuno è responsabile. La prima reazione dell'uomo è del tutto paradossale e ritiene la donna colpevole della propria morte come se fosse stato fatto per una azione voluta contro di lui, ma a questo punto inizia un processo psichico diverso per cui un complesso di colpa comincia a prendere forza e consistenza. Rendendosi conto che la sua mente sfiora il delirio, esce e si avvia lungo un qualsiasi viale della città in vicinanza del fiume. La mente cosciente si rende conto di quanto sia egli responsabile della solitudine angosciosa a cui aveva condannato la donna e, subito dopo, si rende conto che anche la sua vita sarà vuota fino alla morte e nessuno lo ricorderà. Camminando nel parco egli cade in preda a un vero processo allucinatorio tattile e uditivo che gli fa prendere però coscienza, a livello dell'Io, che tutta la sua vita di farisaica morale gli ha impedito di vivere. La reazione a questa presa di coscienza è tale che il vecchio rigido moralista invidia le coppie sdraiate a terra in un chiaro atteggiamento di rapporto sessuale. Interessante psicologicamente è il fatto che proprio nel processo delirante Duffy diventa un uomo vero, consapevole della sua colpa e rassegnato a sentirsi responsabile della propria situazione di solitudine e di angoscioso inutile desiderio d'amare. Il processo allucinatorio continua al punto che un treno merci viene visto quasi come un verme dalla testa di fuoco, mentre compaiono allucinazioni uditive per cui sente forte nelle orecchie le sillabe del nome di lei. Queste allucinazioni hanno significato di morte, di colpevolezza e di inutile traumatico rimpianto e ancora più inutile desiderio. L'uomo, per evitare il peggio, si ferma sotto un albero e qui finalmente le allucinazioni cessano ed egli si rende conto che è e sarà solo per sempre. Joyce ha voluto dimostrare ancora una volta che un uomo che si chiude dentro se stesso si auto-condanna a una morte psichica peggiore a qualsiasi altra possibilità di vivere in questo mondo dominato dalla paresi, dall'impotenza e dal dolore.
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