Il riconoscimento della natura strutturalmente 'complessa' del manoscritto medievale è una delle acquisizioni più significative della ricerca codicologica recente, portatrice di importanti conseguenze per quanto riguarda sia lo studio del libro come manufatto che la storia dei testi di cui esso è portatore. L'articolo propone una riflessione teorica sulla nozione di libro ‘non unitario’, applicabile alla maggior parte dei manoscritti medievali, con riferimento sia al contenuto che alla struttura materiale dei volumi. In ogni manoscritto i due piani interagiscono secondo schemi variabili, ben più complessi di quanto lascerebbe intendere la distinzione tradizionale, ma inadeguata, fra ‘libro unitario’ e ‘libro miscellaneo’. Incrociando i due aspetti materiale e contenutistico, il contributo propone un primo inquadramento concettuale del codice 'complesso', articolando le due categorie fondamentali di «codici mono- e pluritestuali» in una serie di tipologie comprese tra i due poli dell'«unitarietà» ( «codici ‘monoblocco’») e della «non-unitarietà» («codici ‘pluriblocco’»). Lo schema teorico (dichiaratamente provvisorio e incompleto) è quindi applicato, a scopo di verifica, ad un campione di circa 1.500 manoscritti della Biblioteca Vaticana, con l'obiettivo di individuare, sul fondamento necessariamente limitato dei dati rilevati sistematicamente dai cataloghi, la logica che ha ispirato nel tempo la varietà delle aggregazioni testuali attestate.

Il codice greco "non unitario". Tipologie e terminologia

MANIACI, Marilena
2004-01-01

Abstract

Il riconoscimento della natura strutturalmente 'complessa' del manoscritto medievale è una delle acquisizioni più significative della ricerca codicologica recente, portatrice di importanti conseguenze per quanto riguarda sia lo studio del libro come manufatto che la storia dei testi di cui esso è portatore. L'articolo propone una riflessione teorica sulla nozione di libro ‘non unitario’, applicabile alla maggior parte dei manoscritti medievali, con riferimento sia al contenuto che alla struttura materiale dei volumi. In ogni manoscritto i due piani interagiscono secondo schemi variabili, ben più complessi di quanto lascerebbe intendere la distinzione tradizionale, ma inadeguata, fra ‘libro unitario’ e ‘libro miscellaneo’. Incrociando i due aspetti materiale e contenutistico, il contributo propone un primo inquadramento concettuale del codice 'complesso', articolando le due categorie fondamentali di «codici mono- e pluritestuali» in una serie di tipologie comprese tra i due poli dell'«unitarietà» ( «codici ‘monoblocco’») e della «non-unitarietà» («codici ‘pluriblocco’»). Lo schema teorico (dichiaratamente provvisorio e incompleto) è quindi applicato, a scopo di verifica, ad un campione di circa 1.500 manoscritti della Biblioteca Vaticana, con l'obiettivo di individuare, sul fondamento necessariamente limitato dei dati rilevati sistematicamente dai cataloghi, la logica che ha ispirato nel tempo la varietà delle aggregazioni testuali attestate.
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